I nuovi senior: è assolutamente vietato chiamarli vecchi!
- da Micol Canton
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I nostri over 60 hanno cura del proprio corpo, tengono la mente sempre attiva, hanno una vita di coppia intensa, si impegnano nel sociale, si divertono, viaggiano, altro che vecchi!
E le occasioni per mettersi alla prova oggi certo non mancano.
Per chi non è mai stanco di imparare ci sono mille opportunità: dai corsi on-line all’università popolare ai numerosi corsi organizzati dai comuni o dalle associazioni culturali.
Avrete sentito, a proposito, la bella storia di Rosella Morbidelli di 73 anni che quest’anno ha ottenuto una borsa Erasmus. Iscritta al secondo anno della laurea triennale di Scienze politiche all’Università di Pisa la signora Rosella andrà in Erasmus in Corsica per ottenere 18 crediti formativi. Per la signora Morbidelli, maestra elementare dal 1964 al 2007, si tratta della seconda laurea dopo quella del 2000 in Pedagogia all’Università di Genova.
Ecco cosa ha dichiarato la signora Rosella:
I “giovani vecchi” italiani godono di un maggior benessere rispetto alle generazioni precedenti e delle molte scoperte medico-scientifiche che hanno permesso non solo di allungare la durata della vita ma soprattutto di migliorarne la qualità.
Ecco quindi che il termine “vecchio” o “anziano” risulta poco corrispondente all’immagine sociale che questa generazione dà al paese e anche alla percezione che gli over 60 hanno di sé stessi. Non esiste più un modello di vecchiaia codificato, semplicemente si continua a fare quello che piace senza preoccuparsi dell’età. La rivista Panorama definisce giustamente i senior italiani “generazione no limits” cioè senza limiti fisici e mentali.
Siamo di fronte a un cambiamento sociale epocale: In Italia, secondo il rapporto annuale 2017 dell’ Istat, il 22% degli abitanti ha almeno 65 anni e la speranza di vita ha raggiunto gli 80,6 anni per gli uomini e gli 85,1 anni per le donne.
I senior sono in Italia il punto di riferimento per i genitori ma anche per i figli e i nipoti. Hanno le spalle larghe e una capacità di adattamento invidiabile. Hanno vissuto tempi veramente difficili per il paese ma hanno saputo arrivare con vigore e passione agli anni di internet entrando a far parte del grande popolo del mondo virtuale.
Certamente questa longevità attiva porta molte persone ad allungare il periodo lavorativo magari cambiando mansione ma continuando a fare il lavoro che piace. Oppure il lavoro diventa forma di volontariato a sostegno della società.
A Borgomanero, in provincia di Novara, 23 primari in pensione si sono messi a disposizione di chi ha problemi di salute ma non si può permettere di pagare cure specializzate. Si tratta di cardiologi, dermatologi, radiologi, urologi, nefrologi che nel 2017 hanno visitato oltre 1.500 persone. I medici operano nella sede locale dell’Auser, l’associazione di volontariato per i servizi alla terza età, garantendo un servizio senza code e in cui non si paga nemmeno il ticket. La strumentazione è stata acquistata anche grazie alla generosità di alcuni pazienti.
Chi sicuramente ha capito velocemente come sta cambiando la società è il mercato. I senior sono curiosi, pieni di interessi e spesso hanno un’entrata sicura e tempo libero quindi sono anche potenziali clienti molto interessanti per chi vuole proporre prodotti o servizi.
Così le pubblicità vedono i nuovi senior protagonisti non solo negli spot di prodotti come probiotici e yogurt arricchiti ma anche di servizi forniti dalle banche o dalle assicurazioni. Oppure li vediamo testimonial di varie campagne pubblicitarie dalle patatine alle compagnie aeree: Ikea per promuovere il suo motto “Siamo fatti per cambiare” ha scelto una coppia di sessantenni e nello spot di una nota casa di apparecchi acustici si dice: “Questa è la nuova generazione, quella che sceglie di continuare a godersi la vita appieno”.
Anche le case di moda come già abbiamo detto in un nostro articolo (Moda? Spazio alle over!) hanno sdoganato i senior come testimonial dei loro prodotti sia per la moda femminile che per quella maschile e anche per l’abbigliamento intimo.
Certo, come sempre, l’immagine che la pubblicità trasmette è stereotipata, ma quello che tutti questi cambiamenti nella rappresentazione pubblica dei senior ci raccontano è una realtà in evoluzione in cui l’invecchiamento più che un dato anagrafico è diventato una scelta che dipende dallo stile di vita.
Cosa pensi della realtà dei senior in Italia? Ci vuoi raccontare altro in proposito?
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